La Storia

Giuseppe Ponterio, imprenditore nel ramo di appalti e servizi per le Ferrovie dello Stato, affiancato da sua moglie Elda che ha sempre condiviso e sostenuto le sue scelte. Nel 1983, ha comprato la tenuta di “Poggio Santo Regno” in Contrada Piazza, rimboschendo laddove era terra nuda, lasciando intatti pezzi di macchia mediterranea con Mirto, Corbezzolo, Ginestra e con un vasto assortimento di specie verdi selvatiche commestibili. Raccontava Peppino Ponterio : “Quando sono arrivato qui, c’era solo qualche grande Olivo completamente avvolto nei rovi, colline tormentate, selvatiche, impenetrabili, boschetti di antiche querce, lecci e sugheri, eucaliptus che prima andavano a fuoco un anno sì e l’altro pure…” Sono stati necessari investimenti cospicui per la trasformazione globale del luogo e dell’azienda, ma la spinta maggiore è venuta dalla volontà di Peppino che ha conquistato la professionalità agricola giorno per giorno, ascoltando consigli di esperti, ma soprattutto sperimentando per passione e con un profondo rispetto dell’Identità dei Luoghi. Nel mese di Aprile 2015, nel realizzare la sua ultima opera, la nuova vigna con vista sul mare, è venuto mancare. I suoi ideali sono incarnati in ogni pietra di Borgo Piazza e la sua eredità è stata colta dalla moglie Elda affiancata dalle figlie e dai nipoti, iniziando un nuovo percorso di impresa. Le figlie lavorano da sempre nel mondo del sociale e dell’assistenza alle persone e all’infanzia, e sono portatrici di una parte del sogno paterno, che voleva il Borgo come un centro Integrato per il benessere della persona anche nell’intento di rispettare lo statuto della Fondazione Paolo Ponterio proprietaria della Tenuta sui cui insiste la Fattoria Didattica (intitolata al giovane figlio di Giuseppe ed Elda prematuramente scomparso). Scriveva Giuseppe il giorno del suo ottantesimo compleanno: “Oggi, pur avvertendo le offese del tempo, posso dare ancora un contributo positivo perchè questa terra e questa Natura ospitino idee e progetti in presenza di una auspicabile rivoluzione culturale, da portare avanti con un nuovo alfabeto ed una nuova scrittura”.